Pandemia e rifiuti speciale

Parlando nei giorni scorsi con alcuni colleghi che operano in altri settori il discorso si è spostato su come la pandemia Covid-19 ha influito sui rispettivi clienti, mi sono trovato quindi a fare qualche riflessione su come questa situazione ha influito sulla filiera dei rifiuti, ed in particolare sugli impianti di trattamento.

Personalmente, negli impianti dediti al recupero dei rifiuti speciali, ho riscontrato tre principali criticità: oltre che alla onnipresente e trasversale spada di Damocle legata alla quarantena di uno o più dipendenti i tre fattori più critici sono stati:

  • il calo della produzione di rifiuti speciali
  • il calo degli sbocchi per il materiale recuperato
  • il rallentamento della macchina burocratica degli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni

Riguardo il calo della produzione di rifiuti c’è poco da dire: meno attività produttive aperte hanno causato meno produzione di rifiuti, alle volte rendendo insostenibile anche il semplice funzionamento dei macchinari impiegati nel trattamento.

Riguardo il calo degli sbocchi del materiale recuperato, con conseguente saturazione degli impianti, la questione è meno apparente. Tuttavia un rallentamento di una filiera porta inevitabilmente una ripercussione su tutto l’indotto. Ad esempio un cliente che si occupa di recuperare plastica che poi, tra le altre cose, va a formare cassette per la frutta ha visto un blocco degli acquisti di materiale da parte dei suoi clienti perché, con le attività agricole e la ristorazione in contrazione per la pandemia, servivano meno cassette e di conseguenza meno materiale.

Alcuni imprenditori più virtuosi hanno provato a cogliere l’occasione per migliorare il proprio processo di recupero, ma qui ci si scontra con la terza grossa criticità.

In un settore dove la burocrazia già rallenta e deprime lo spirito imprenditoriale, la pandemia ha causato un grosso blocco. Con la macchina pubblica a basso regime di funzionamento anche una semplice istanza di modifica di una autorizzazione (per tacere delle autorizzazioni per nuove iniziative) ha subito una dilazione nei tempi di rilascio.

Queste considerazioni, estremamente tangibili per chiunque abbia a che fare con questo settore, sono peraltro ben racchiuse nel rapporto “L’Italia del riciclo 2020” pubblicato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile da cui emerge la forte esigenza che il settore verso una svolta che riguardi, tra le altre cose:

  • emanare decreti end of waste per le tipologie di rifiuti ancora sospesi;
  • sostenere il mercato delle materie prime secondarie attraverso leve economiche come l’inserimento delle stesse nella realizzazione di nuovi prodotti;
  • ampliare i criteri ambientali minimi;
  • snellire la burocrazia

Ci si pone dinnanzi la grande occasione del PNRR per rilanciare il Paese, anche questo settore potrà fare il salto di qualità?

Sto leggendo proprio in queste ore le bozze e … di questo ne parleremo in un prossimo articolo.