Quindici anni, per l’essere umano sono l’adolescenza. Per un cane un bel traguardo da raggiungere. La percezione del tempo, me lo concedono i fisici, varia in funzione dell’evolversi del contesto.
Oggi compie 15 anni il D.lgs. 152/06 entrato in vigore proprio il 29 Aprile di quindici anni fa; mi ricordo ancora il decreto fresco fresco di pubblicazione e io – giovane che si affacciava al mondo del lavoro nel settore dell’ambiente – a scontrarmi con le interpretazioni, le omissioni, i decreti attuativi previsti (e in alcuni casi ancora attesi) e la macchina burocratica che, allora come oggi, invischia e rallenta qualsiasi iniziativa nel settore.
In questi 15 anni i restauri sono stati tanti: aggiunte, emendamenti, sostituzioni, accorpamenti eppure lui è sempre lì, con il mondo fuori che evolve rapidamente e la burocrazia sempre un passo indietro a rincorrere il cambiamento (si pensi all’end of waste o alla preparazione per il riutilizzo tanto per dirne due a caso)
In questi giorni, proprio mentre il caro TUA spegneva le candeline, è stato approvato il PNRR che contiene una discreta parte di stanziamenti per la transazione green e per l’economia circolare. Nel documento si accenna anche alla sburocratizzazione delle procedure e alla loro uniformità sul territorio nazionale. Ovviamente sono sempre indicazioni di principi che dovranno essere delegate dal Parlamento per la loro esecuzione, e si dovranno attendere decreti attuativi che mi auguro non restino assieme ai loro fratelli maggiori in attesa da lustri di essere emanati, però è già qualcosa.
E allora, forse, 15 anni per un “testo unico” che ha l’ambizione di regolamentare la stragrande maggioranza delle norme ambientali del Paese non sono proprio una adolescenza, forse – e lo dico col massimo rispetto che si può avere per chi ha fatto parte della storia di un Paese – sarebbe anche giunta la meritata pensione, andando a lavorare non sugli ennesimi correttivi che sempre si sono portati dietro combinati disposti e spesso refusi, ma su un nuovo testo, su un nuovo impianto normativo che possa gettare le basi per una crescita sostenibile del Paese scevra di pregiudizi tra i vari attori della green economy e con un patto di corresponsabilità tra istituzioni, imprese e professionisti per un vero rilancio
Sono tempi di cambiamento inevitabile ed irrimandabile, chissà se nel 2026 scriverò per il ventesimo compleanno oppure se potremo parlarne come si parla di chi pur coi suoi limiti ha contribuito alla crescita del settore e poi si è fatto da parte per dare spazio a nuovi giovani carichi di entusiasmo e pronti ad accompagnare l’Italia nel futuro.
Per ora, buon compleanno TUA.
Matteo Introzzi